Energie rinnovabili e lavoro nel 2016: l’occupazione mondiale nel settore delle energie rinnovabili
Recentemente IRENA (International Renewable Energy Agency) ha pubblicato uno studio incentrato sul tema “energie rinnovabili e lavoro”
Secondo le stime elaborate nel rapporto, accessibile dal link in fondo all’articolo, nel 2016 le energie rinnovabili hanno garantito circa 10 milioni di posti di lavoro a livello mondiale.
Rispetto al 2015 si è assistito ad un incremento del 1,1%, come è possibile osservare dalla seguente figura.
Dalla pubblicazione del primo rapporto IRENA sul tema nel 2012, il numero di lavoratori impiegati nel settore è cresciuto nel tempo.
Però si segnala che negli ultimi due anni è stato rilevato un tasso di crescita più moderato rispetto al periodo precedente di rilevazione.
Nell’ultimo anno il maggiore tasso di crescita è stato apprezzato nel settore del solare fotovoltaico e dell’eolico, mentre si è assistito ad una riduzione dei lavoratori per le bioenergie e per il grande idroelettrico:
- il settore fotovoltaico è in testa alla classifica con 3,1 milioni di posti di lavoro, i paesi trainanti sono stati la Cina, gli Stati Uniti e l’India
- il settore eolico è passato da 1 milione di occupati del 2015 a 1,16 milioni del 2016
- i biocarburanti liquidi (da 1,8 a 1,7 milioni), delle biomasse (da 822.000 a 723.000) e del biogas (da 381.000 a 333.000), pur con un leggero decremento, rappresentano un’importante quota del mercato, soprattutto nel settore dell’approvvigionamento delle materie prime
- L’idroelettrico ha impiegato 1,52 milioni di persone per la grande taglia e 211.000 per la piccola taglia.
Nella seguente figura sono gli occupati nel settore delle energie rinnovabili nel 2016, ripartiti per tecnologia.
Energie rinnovabili e lavoro: i mercati principali
Il ruolo di attori chiave nei mercati analizzati da IRENE nello studio sulle “Energie rinnovabili e lavoro” sono assunti dalla Cina, dall’India, dal Brasile, dalla Russia e dal Vietnam.
Questi paesi insieme rappresentano il 62% del mercato, come è possibile osservare dalla seguente figura.
La Cina mantiene il primato, con 3,643 milioni di posti di lavoro nel 2016, con un tasso di crescita del 3,6% rispetto al 2015, dovuto principalmente al settore del fotovolatico.
Mentre in Europa sono impiegate circa 1,1 milioni di persone, con in testa la Germania che conta circa 334.000 unità (contro i 371.400 del 2015).
Nella seguente tabella viene presentata la stima dei lavoratori diretti ed indiretti nel settore delle energie rinnovabili, in relazione alla tecnologia e all’area geografica.
Lo studio viene concluso con un analisi delle prospettive future per l’ambito delle “energie rinnovabili e lavoro”.
Le stime di IRENA ipotizzano che l’occupazione nel settore può passare da 9.8 milioni nel 2016 a 24 milioni nel 2030.
Energie rinnovabili e lavoro: focus sull’occupazione nel settore delle fossili
Nello studio di IRENA viene anche brevemente analizzato l’andamento dell’occupazione nel settore dei combustibili fossili ed in particolare del carbone.
Gli impiegati nel settore del carbone stanno diminuendo a causa di molteplici fattori (automazione nell’estrazione e via dicendo) e per la crisi del settore.
La Cina produce circa metà del carbone mondiale immesso sul mercato, ma un eccesso di produzione rispetto al rallentamento dell’economica ha portato il governo cinese a valutare di programmare la chiusura di 5.600 miniere.
Questo potrebbe portare alla perdita di 1,3 milioni di posti di lavoro nel campo dell’estrazione del carbone (20% della forza lavoro totale del settore carbone in Cina).
In India, i dipendenti di Coal India, la più grande industria al mondo di carbone, sono diminuiti del 36%, da 511.000 nel 2002/2003 a 326.000 nel 2015/2016.
Anche in Europa (principalmente in Germania) e negli Stati Uniti, l’occupazione è in forte contrazione negli ultimi anni.
Il settore petrolifero a sua volta sta manifestando una riduzione degli occupati, principalemente dovuta alla sovraproduzione ed ai bassi prezzi di mercato.
Almeno 440.000 persone hanno perso la propria occupazione nel settore petrolifero nel 2015/2016 (196.000 nei servizi, 91.000 nell’esplorazione e produzione e 45.000 nella trivellazione).
Le perdite occupazionali nel settore petrolifero sono state registrate maggiormente negli Stati Uniti (circa il 40%).
In molti dei casi presentati, la perdita del lavoro nel settore delle fossili è stata rimpiazzata da nuova occupazione nel settore delle energie rinnovabili.
Energie rinnovabili e lavoro in Italia
Secondo la “Relazione energetica nazionale 2016” (aprile 2017), gli occupati stimati nel 2016 in Italia, intesi come Unità di Lavoro Annuali (ULA), sono riportate nel seguente grafico.
Le stime sono state effettuate sugli impianti di produzione elettrica alimentati da FER in esercizio nel 2016.
Nel complesso, le ricadute occupazionali dello sviluppo delle fonti rinnovabili nel 2016 nel settore elettrico sono stimate in circa:
- 15.200 ULA temporanee (dirette + indirette) legate alla realizzazione di nuovi impianti nel 2016
- 35.500 ULA permanenti (dirette + indirette) associate all’attività di gestione e manutenzione del complesso degli impianti di produzione elettrica alimentati da FER in esercizio nel 2016
Il contributo maggiore si deve al settore fotovoltaico, rispettivamente con circa 4.300 e 11.800 ULA.
Per maggiori approfondimenti, al seguente link è possibile consultare il report IRENA
IRENA – Renewable Energy and Jobs – Annual Review 2017
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