Cos’è il teleriscaldamento e come funziona
Per teleriscaldamento si intende un particolare tipo di sistema di riscaldamento in cui il calore viene prodotto in un punto centralizzato, per poi essere trasportato attraverso delle tubazioni verso diversi edifici dislocati nel territorio.
Il calore prodotto viene veicolato attraverso una rete di condutture isolate e generalmente interrate per mantenere le condizioni ambientali stazionarie ed evitare manomissioni esterne.
Dal punto di vista legislativo, il Decreto Legislativo 102/2014, relativo all’attuazione della Direttiva 2012/27/EU sull’efficienza energetica, disciplina molti aspetti relativi alle reti di teleriscaldamento e fornisce la seguente descrizione:
“rete di teleriscaldamento e teleraffreddamento (o teleraffrescamento): qualsiasi infrastruttura di trasporto dell’energia termica da una o più fonti di produzione verso una pluralità di edifici o siti di utilizzazione, realizzata prevalentemente su suolo pubblico, finalizzata a consentire a chiunque interessato, nei limiti consentiti dall’estensione della rete, di collegarsi alla medesima per l’approvvigionamento di energia termica per il riscaldamento o il raffreddamento di spazi, per processi di lavorazione e per la copertura del fabbisogno di acqua calda sanitaria”
In inglese il teleriscaldamento viene anche chiamato district heating oppure heat networks.
Nella seguente immagine animata è possibile vedere il principio di funzionamento di un sistema di teleriscaldamento.
(NOTA clicca sull’immagine per vedere l’animazione)
(Autore dell’immagine: Laura Toffetti, DensityDesign Research Lab)
Un sistema di teleriscaldamento ben progettato e realizzato permette di ridurre gli sprechi energetici e di minimizzare gli impatti ambientale.
Questo perché la produzione del calore viene centralizzata, permettendo di ottimizzare il processo di conversione energetica e abbattere le emissioni.
Pur presentando molti punti di forza sotto il profilo energetico e ambientale è fondamentale che la gestione, manutenzione e la definizione di un prezzo di acquisto trasparente siano tenute in considerazione da parte dell’utente che sta valutando di connettere la propria abitazione ad una rete di teleriscaldamento.
Il prezzo che l’utente paga, di norma, è basato sul consumo effettivo e corrisposto in €/kWh i energia consumata.
Spesso il teleriscaldamento risulta più conveniente rispetto ai sistemi tradizionali, ma è fondamentale valutare tutti i fattori in gioco nel contesto specifico dove si intende realizzare l’intervento.
Tendenzialmente, realizzare una rete di teleriscaldamento risulta economicamente sostenibile se gli edifici da servire sono ubicati in un’area non troppo vasta.
Questo perché cosi viene limitata l’ampiezza della rete e di conseguenza i costi di realizzazione e le dispersioni energetiche a cui sono soggette le tubazioni.
Come è fatto un impianto di teleriscaldamento
Sostanzialmente una rete di teleriscaldamento è composta dai seguenti elementi:
- il sistema di produzione o recupero del calore
- la rete delle tubazioni
- le sottostazioni presso le singole utenze per interfacciare gli edifici alla rete
L’immagine a fianco è stata fatta durante la posa in opera di un teleriscaldamento a Tubinga in Germania.
La produzione del calore può avvenire tramite diverse tipologie di combustibile, a seconda delle disponibilità sul territorio e di mercato.
Il calore può essere prodotto da combustibili fossili, quali ad esempio il gas naturale, oppure può derivare da impianti a fonti rinnovabili.
Alcune interessanti realizzazioni sono state fatte con impianti geotermici, a biomasse o solari, singolarmente o abbinando più delle precedenti soluzioni.
Inoltre esistono impianti di cogenerazione termoelettrica che immettono in rete l’energia elettrica e valorizzano il calore in reti di teleriscaldamento.
Il fluido termovettore più utilizzato è l’acqua, che solitamente viene mandata alla temperatura di circa 90 °C e ritorna all’impianto a 30-60 °C.
Sono valori indicati e le temperature dipendono molto dall’utenza finale, ad esempio i radiatori richiedono temperature maggiori, mentre per gli impianti a pavimento sono sufficienti temperature intorno a 40°C.
Presso ogni utenza c’è uno scambiatore di calore, anche detto sottostazione che permette l’interfaccia tra la rete e l’edificio.
Si fa riferimento alla rete primaria quando si parla della serie di tubazioni che unisce la centrale di produzione all’interfaccia delle singole utenze.
Mentre le reti secondarie sono i sistemi che permettono l’interfaccia delle singole utenze con la rete primaria.
3 fattori favorevoli e 3 aspetti sfavorevoli del teleriscaldamento
3 fattori positivi che caratterizzano le reti di teleriscaldamento sono:
- uso più efficiente dell’energia primaria
- maggiori controlli e abbattimento delle emissioni in un unico punto rispetto a tanti impianti individuali per ogni abitazione
- per le nuove costruzioni allacciarsi ad una rete di teleriscaldamento comporta un minor investimento nella realizzazione della centrale termica
Mentre 3 svantaggi sono:
- convenienza solo in aree con densità abitativa medio-alta (l’elevato costo di realizzazione della rete richiede molti utenti da poter allacciare per essere conveniente)
- l’allacciamento ad una rete di teleriscaldamento può comportare la sottoscrizione di contratti vincolanti in cui è importante prestare particolare attenzione alla regolamentazione delle tariffe
- minore possibilità di controllo e gestione dei flussi termici da parte dell’utente finale
Il teleriscaldamento in Italia
In Italia il teleriscaldamento ha iniziato a diffondersi dai primi anni ’70 nelle città di Modena e Brescia e negli anni ’80 a Torino.
Nel tempo il teleriscaldamento si è diffuso principalmente in nord Italia, ma alcune realizzazioni importanti sono state fatte anche a Roma.
Nel 2014, un rapporto di Legambiente e AIRU, riferendosi all’anno 2012, censisce 192 reti di teleriscaldamento in 150 comuni italiani.
Gli incentivi per finanziare la realizzazione di reti di teleriscaldamento
Per finanziare gli interventi di realizzazione delle reti di teleriscaldamento esistono diverse soluzioni.
Molti interventi di costruzione di reti di teleriscaldamento sono stati possibili grazie a contributi locali.
Mentre a livello nazionale si segnala che è possibile sfruttare i principali meccanismi di sostegno per la riqualificazione degli impianti di riscaldamento, ove applicabili (Conto Termico, Detrazioni Fiscali e Titoli di Efficienza Energetica)
Se vuoi approfondire gli incentivi previsti dal Conto Termico 2.0 inizia dal seguente post:
Il Conto Termico 2.0, nuove opportunità e regole d’uso
Per maggiori informazioni sull’impianto termico più in generale e sugli obblighi a cui è sottoposto consigliamo la lettura del seguente post:
L’impianto termico, cosa è e gli obblighi legislativi a cui è sottoposto
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